sabato 23 ottobre 2010

Zwei Jahren






Quanto tempo è passato

Nulla è più uguale

E anche questa città lontana

Ormai si chiama Casa


 


domenica 11 luglio 2010

La ragazza del cioccolato

La ragazza del cioccolato
Ieri sera guardavo questo quadro, e pensavo...
Jean Etienne Liotard ha ritratto re e regine, nobili e dame, e noi ricordiamo il volto della serva che portava la cioccolata...

lunedì 5 luglio 2010

martedì 20 aprile 2010

Uomini

“Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo…”


Il giorno della civetta - Leonardo Sciascia


lunedì 12 aprile 2010

Partita chiusa


La partita è chiusa
mentre la mente era altrove
senza ne vincitori ne vinti.
Domani è un altro giorno
da Domani inizia il futuro.

Brindiamo al destino!


venerdì 19 marzo 2010

La via difficile


Ci sono momenti in cui sai di non poter scegliere la strada.
Non ci sono bivi.
A volte l'hai imboccato consapevolmente, quel bivio che porta alla via difficile.
Oggi no, quella è l'unica strada, fatta di lunghe attese, di troppi pensieri.
Puoi solo guardare, non agire, aspettare...
E parli col destino, che non risponde, resta muto...
Resta solo il tempo, e non ne puoi cambiare il corso...
Resti solo tu, il tuo zaino pesante, e quella via, da seguire passo dopo passo...

sabato 13 febbraio 2010

die Nacht des ewigen Feuers









 




22:08


Suonano le campane


Tutte quante


Suonano ancora


Ancora…


Nevica appena


Aria gelida sul volto


Eppure


Stanotte l’aria brucia


Ancora…


Come quella notte


In cui il cielo divenne fuoco


E piovve morte


Lapilli senza pietà


Fosforo e benzina


E il canto lugubre della sirena


Riecheggia ancora


Fra le pietre nere


Ancora…


E l’alba si risvegliò di cenere


Senza più un cielo


 









Alle 22:08 del 13 febbraio 1945 le sirene antiaeree suonarono nella notte di Dresda, la Firenze dell’Elba, la romantica città del barocco sassone. Era l’inizio della fine. Dresda non aveva difese. Dresda non aveva obiettivi militari. La prima ondata la ferì con le bombe dirompenti. La seconda ondata arrivò all’1:24, quando la gente cominciava a uscire dai rifugi e i soccorsi ad arrivare sul luogo del bombardamento. La seconda fu definitiva. Le bombe incendiarie generarono la tempesta di fuoco, venti infuocati fino a 300 km all’ora trascinarono qualsiasi cosa, persone, animali, oggetti, verso il cuore di una gigantesca fornace, senza possibilità di scampo per nessuno. Anche chi era rimasto al sicuro nei rifugi non ebbe scampo. La città bruciò per cinque giorni.


Quando gli incendi si spensero anche la Frauenkirch simbolo della città, sopravvissuta al bombardamento, crollo sotto il suo stesso peso. Fu il colpo di grazia per l’animo dei sopravvissuti.


Nessuno sarà mai condannato per questo crimine, ma che almeno la storia ricordi le sue vittime innocenti…


 


mercoledì 27 gennaio 2010

Neue Wache




Ci sono luoghi

in cui l'anima

non puo' entrare

solo gli occhi

restando feriti

possono guardare

per raccontare

per ricordare

per non dimenticare